Le attività online inquinano ma è possibile mettere in campo delle buone pratiche per diminuire l’impatto sull’ambiente.
Combattere la digital pollution è possibile, anche nel nostro piccolo.
Molte delle azioni giornaliere, anche se molto spesso inconsapevolmente, contribuiscono ad aumentare la quantità giornaliera di rifiuti digitali.
Qualche dato
Secondo i dati forniti dal Digital Cleanup Day del 2023, ogni anno Internet ed i suoi sistemi di supporto producono più di 900 milioni di tonnellate di CO2 ed il suo utilizzo rappresenta il 3,7% delle emissioni globali, che è paro al volume del traffico aereo mondiale. Una cifra in constante crescita che, secondo alcune fonti, entro il 2025 dovrebbe raddoppiare. In questo scenario quindi e-mail, foto, video possono essere considerati come rifiuti digitali. Per soddisfare il consumo giornaliero di dati servirebbe il triplo dell’energia prodotta da tutti i pannelli solari presenti nel mondo e, di conseguenza, per soddisfare questo bisogno si fa ricorso ai combustibili fossili.
Cambiare è possibile
Il 18 marzo 2023 si è celebrato il Digital Cleanup Day, una giornata in cui non solo è stata scattata una fotografia dello scenario in cui viviamo ma sono anche state proposte una serie di piccole ma significative azioni che possono fare la differenza.
Ci sono tre step che, nella vita di tutti i giorni possono essere messi in pratica:
- pulire lo smartphone: disinstallare quelle applicazioni e quei giochi che non si usano da tempo, eliminare i doppioni di foto e video;
- riorganizzare il computer o il tablet: dare il via ad una bella operazione di decluttering buttando nel cestino i file scaricati anni fa e mai aperti, canzoni che ormai non si ascoltano più ed archiviare su supporti esterni le foto ed i video che si vogliono tenere;
- pulire la casella e-mail: ogni giorno 281 miliardi di e-mail sfrecciano intorno al nostro pianeta, ma quante vengono davvero lette? Cancellare le iscrizioni a newsletter non interessanti e cestinare le mail con allegati pesanti alleggerirà non solo la casella di posta ma anche la quantità di energia prodotta
Ci sono anche altri piccoli accorgimenti che possono contribuire ad abbassare i livelli della digital pollution.
- abbassare la qualità dello streaming: in pochi sanno che con l’energia necessaria per guardare due ore di video in streaming al giorno si potrebbero percorrere fino a 3000 km con uno scooter elettrico all’anno;
- selezionare i file: invece di fare un decluttering a distanza di mesi, perché non pensare fin dall’inizio se quei video o quelle applicazioni sono davvero utili?
- meno spam: diminuire la quantità di mail inviate (e anche degli allegati) limiterebbe il consumo di energia ed un notevole risparmio di tempo (in media passiamo più del 23% della nostra giornata lavorativa, pari a più di 20 settimane all’anno, per scrivere, rispondere ed aggiornare la casella mail).