L’iniziativa nata per promuovere l’educazione digitale nelle scuole è stata presentata venerdì 6 ottobre alla Milano Digital Week.
Milano, 6 ottobre 2023 – Intelligenza artificiale, algoritmi, social network… le tecnologie digitali continuano a evolversi a passo spedito, portando innovazione e nuove opportunità in tutti gli aspetti della vita quotidiana. Insieme a loro, però, crescono anche i pericoli dovuti all’uso scorretto o inconsapevole di queste tecnologie. Proprio per questo motivo ITS INCOM Academy ha lanciato il progetto “Hub Etica e Cultura Digitale”. Un’iniziativa che vuole fornire agli studenti una maggiore “consapevolezza digitale”, strumento necessario a sfruttare le nuove tecnologie – riconoscendone opportunità e rischi – evitando allo stesso tempo i potenziali pericoli.
La ricerca, l’84% degli studenti non si sente abbastanza informato per difendersi online
Tra le prime attività promosse dall’Hub vi è stato un sondaggio sull’utilizzo delle tecnologie digitali tra gli studenti di ITS INCOM Academy. I primi risultati sono stati presentati e commentati alla Milano Digital Week venerdì 6 ottobre da Davide Galeotti, coordinatore didattico dei corsi in area Comunicazione e dagli studenti di ITS INCOM Angelica Barletta, Anna Maria La Montagna e Davide Parini. Insieme a loro Massimo Giordani, presidente di AISM (Associazione italiana Sviluppo Marketing) e Fabrizio Bellavista, partner di Emotional Marketing Lab, che hanno fornito il necessario supporto, progettuale ed esecutivo, affinché il il laboratorio potesse essere realizzato. Allo stesso modo da sottolineare il contributo di Giampiero Soru, docente della Fondazione e tra i primi a credere nella portata dell’iniziativa.
Il sondaggio ha mostrato che il 75% degli studenti trascorre almeno cinque ore davanti a un dispositivo digitale, e che il 40% ritiene di aver sviluppato una forma di dipendenza dal web (che sia di carattere lavorativo, ludico o di intrattenimento). Metà degli studenti afferma inoltre che la tecnologia li ha ostacolati nel costruire e nel mantenere relazioni personali significative.
Ci sono preoccupazioni anche riguardo all’intelligenza artificiale. Il 50% degli studenti teme gli effetti che questa tecnologia potrà avere in ambito occupazionale. E nonostante il 43% ritiene che l’AI sia una risorsa importante per la didattica, molti sostengono che possa ridurre la voglia di impegnarsi nello studio ediminuire la capacità di ragionare in modo critico (35%).
«Ciò che emerge più di frequente – ha spiegato Davide Galeotti – è la richiesta da parte degli studenti di una maggiore educazione sulle tecnologie digitali. L’84% degli intervistati ritiene infatti di non avere informazioni sufficienti per difendersi dai rischi online. L’istruzione digitale appare quindi come la scelta più efficace per fare in modo che i giovani possano sfruttare le nuove tecnologie senza venirne sopraffatti. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario l’impegno di tutti, dalle famiglie alle aziende, ma il ruolo principale deve essere affidato alle scuole. Come Fondazione stiamo lavorando proprio in questo senso».
Intelligenza artificiale, tra opportunità e rischi
Con il lancio di prodotti come Chat Gpt e Midjourney, il dibattito sull’intelligenza artificiale è di recente diventato “di moda”. Ma l’AI è utilizzata già da tempo in tante tecnologie usate quotidianamente da miliardi di persone. «Motori di ricerca, navigatori stradali, piattaforme di distribuzione di contenuti musicali, video e serie TV – sottolinea Anna Maria La Montagna – sono tutti prodotti che attraverso gli algoritmi cercano di capire i nostri gusti grazie alle informazioni personali che mettiamo a loro disposizione. Sono proprio queste tecnologie “invisibili”, di cui molti non si rendono neppure conto, ad essere quelle che presentano i maggiori rischi».
L’intelligenza artificiale è ormai diffusa anche nelle scuole (in particolare per la produzione di testi) dove rende più veloce il lavoro di studenti e insegnanti. «L’AI si basa sulle informazioni trovate online – afferma Angelica Barletta – e non sempre è in grado di riconoscerne l’attendibilità o rispettare i diritti dei loro autori. Un utilizzo poco attento rischia quindi di favorire il plagio e la diffusione di notizie false. Per arginare questo problema, una soluzione possibile è “obbligare” questi programmi a citare le fonti da cui hanno tratto le informazioni, in modo che studenti e insegnanti possano verificarle».
«Un rischio ulteriore – aggiunge Davide Parini – è l’isolamento sociale e lo sviluppo di dipendenza da parte di chi utilizza l’intelligenza artificiale. L’AI è uno strumento prezioso, ma l’uso eccessivo di questa tecnologia potrebbe provocare l’allontanamento degli studenti dai loro insegnanti e dai loro compagni. È quindi necessaria promuovere l’educazione digitale anche a scuola, per insegnare agli studenti come utilizzare l’AI in modo consapevole. Per fare ciò è necessario il coinvolgimento diretto degli insegnanti».